Il luogo ideale per rilassanti passeggiate scacciapensieri: il “chilometro più bello d’Italia”. Così, si narra, Gabriele D’Annunzio denominò il lungomare Falcomatà, intitolato al sindaco della primavera di Reggio. L’attribuzione non è indubbia. Ciò che è certo è che si tratta di uno dei lungomari più belli del Paese. Non solo per le statue, gli alberi, l’architettura in sé, ma soprattutto per il panorama che offre. Passeggiando sul lastricato si può ammirare la costa sicula in tutta la sua bellezza. Nelle giornate senza foschia, è possibile addirittura scorgere il bucato steso ai balconi dei messinesi. Da un lato, poi, il maestoso Etna, dall’altro, lingue di terra che sembrano baciarsi.
La struttura del lungomare
1,7 chilometri di meraviglia. Da piazza Indipendenza a piazza Garibaldi. Dalla stazione Lido a quella Centrale. Il lungomare Falcomatà, che occupa Via Marina, è una complessa struttura a più livelli. Un ampio marciapiede in riga con la strada, sotto il quale corre la linea ferroviaria, unito, tramite due braccia di scale, a una passeggiata di sampietrini a livello del mare.
Il livello in superficie, con il suo pavimento lucido e le aiuole ‘adottate’ e ben curate, è affiancato da via Marina Bassa che va in direzione sud, la quale è separata dalla sua parallela, che si dirige verso nord, da una striscia di terra. Su via Marina alta si affacciano edifici in stile liberty e le principali gelaterie della città. La striscia botanica, invece, ospita magnifiche statue e piante imponenti e ultracentenarie: si trovano specie come la palma delle Canarie, il Ficus Magnolioide, la palma nana.
La costruzione
Durante la ricostruzione che fece seguito al terremoto del 1783 si decise di riorganizzare la zona di via Marina con edifici e aree verdi, con un andamento che seguisse quello della costa. Così nacque la prima versione del lungomare.
Reggio visse un altro devastante terremoto nel 1908 al seguito del quale fu necessario redigere un nuovo piano regolatore. Venne incluso anche il progetto di ricostruzione del lungomare, affidato a Pietro De Nava. Si ampliò la vecchia struttura e si svilupparono i tre livelli con via Marina alta e bassa con in mezzo la striscia botanica.
Dopo gli anni ‘90 la linea ferroviaria che costeggiava il mare fu interrata, ma l’area soprastante rimase degradata. Tra il ’94 e il 2000 la città visse una rigogliosa primavera. Si decise di affidare la riqualificazione del lungomare alla Tecnic Consulting Engineers che creò l’ambizioso progetto dell’interconnessione di strati a più livelli così come lo conosciamo oggi.
Alcune sculture che abbeliscono il lungomare
Il lungomare fu rimodernato nel 2007. In quell’anno hanno fatto comparsa le opere della scultrice romana Rabarama. Sono tre uomini, in posizioni bizzarre, con il compito di suscitare stupore per spezzare la noiosa quotidianità. C’è Trans-lettera, dipinto di bianco con disegnate lettere nere, seduto, con una gamba distesa e una piegata, e con la testa poggiata sul ginocchio. Il rilassato Labirintite, invece, è un bronzo dipinto di bianco, decorato con linee verdi. Mentre Co-stell-azione è in alluminio bordeaux a rombi bianchi, in una posizione quasi yoga.
Moltissimi sono i monumenti sparsi sul chilometroesette. Ne citiamo alcuni. C’è quello dedicato allo sbarco di San Paolo, quello al Marinaio e quello al poeta regino Ibico. Le steli di Falcomatà e di Pascoli. Le Sirene dello Stretto scavate in un tronco. Il monumento ai Caduti di tutte le guerre e quello alla leggenda dell’oracolo di Delfi.
L’Arena dello stretto
Non possiamo non menzionare l’Arena dello Stretto. Un anfiteatro a imitazione dei greci sul livello del mare. Sostituì il Molo di Porto Salvo a seguito del 1908. A caratterizzare il luogo, palco di manifestazioni musicali e teatrali, c’è il Cippo Marmoreo con al centro la statua di Athena Promachos.
La dea combattente, opera di Bonfiglio, ha il compito di difendere la città. Prima del 2001 era rivolta verso il mare, ma il sindaco della primavera fece di tutto affinché la statua guardasse la città.
La fata Morgana
Il lungomare Italo Falcomatà offre a chi vi passeggia un panorama mozzafiato. Lì avviene uno strano fenomeno secondo il quale, nelle giornate cristalline di fine estate è possibile vedere chiaramente panni stesi, alberi e case. Per uno strano fenomeno ottico, guardando verso Messina si vede l’immagine sospesa della città calabrese e guardando dalla Sicilia verso Reggio, si vede fluttuare l’immagine della città sicula. Questa ‘magia’ viene appunto definita “il miraggio di Fata Morgana”.
Narra la leggenda che, in una serena giornata d’Agosto, con un mare piatto e un cielo azzurro senza nemmeno un alito di vento, accadde uno strana vicenda. A un re, mentre meditava su come raggiungere l’isola che si trovava davanti agli occhi, apparve una donna bellissima. Dopo averla vista, al conquistatore quella terra sembrava vicinissima, quasi possibile da toccare stendendo una mano. Fu persuaso dall’idea di poterla raggiungere a nuoto e si tuffò nelle fredde acque dello stretto. E mentre lui affogava, la fata Morgana sorrideva.