Tre giorni di fuoco con sua maestà il peperoncino. Il Comune di Antonimina, della città metropolitana di Reggio Calabria, ha ospitato la giornata conclusiva della kermesse denominata “Tre giorni di fuoco”, giunta alla nona edizione.
La manifestazione è stata organizzata in sinergia tra le associazioni culturali “Luna Gialla” e “Un peperoncino per lo stretto” componente dell’Accademia italiana del peperoncino. Inoltre l’iniziativa ha vantato il patrocinio del Comune di Antonimina, della città Metropolitana e della Fiepet Confesercenti.
Tre giorni di fuoco, pranzando e cenando con menu piccanti
Piuttosto ampio e articolato il programma che ha previsto la possibilità di pranzare o cenare, per tre giorni in diversi ristoranti della provincia reggina. Infatti tutte le strutture ricettive coinvolte hanno proposto menu piccanti a prezzi contenuti.
I locali in questione sono: ristorante pizzeria Sotto le stelle a Gambarie; Do Priuri ad Antonimina; Silverado Saloon a Lazzaro; Bistrot 15 a Pellaro; trattoria “Il Tipico Calabrese”a Cardeto, Il giardino degli Allori a Campo Calabro, ristorante pizzeria BellaItalia a Pellaro.
Tre giorni di fuoco col mercatino piccante
Domenica il clou dell’iniziativa in piazza Littorio ad Antonimima con il ‘Mercatino piccante’, la mostra espositiva e la libera degustazione di preparati al peperoncino e altri prodotti tipici calabresi.
La pausa pranzo è stata organizzata al ristorante Do’ Priuri di Antonimina con “L’autunno in tavola“. Oltre al menù completo dall’antipasto al dolce, in programma anche una visita guidata alla cittadina delle Terme e del “forno sporgente”.
Tre giorni di fuoco con un peperoncino per amico
Infine, nel pomeriggio si è tenuto il convegno “Un peperoncino per amico“, con la relazione di Angelo Latella (Luna Gialla).
Tra gli ospiti il sindaco Luciano Pelle, il vice sindaco Antonio Romano, Sergio Ribecco accademico del peperoncino e Antonino Alampi della Confesercenti. Moderatore dell’incontro il giornalista Demetrio Calluso. Un incontro ricco di interventi per evidenziare, ancora una volta, le peculiarità di quello che è uno degli ingredienti simbolo della cucina calabrese.