Pentedattilo è un piccolo borgo alle pendici dell’Aspromonte sulla costa jonica della città metropolitana di Reggio Calabria. Il suo nome significa ‘cinque dita’ ed è riferito alla forma della rocca su cui sono adagiate le case, simile a una gigantesca mano di pietra. Nella seconda metà del Novecento il piccolo paese ha subìto un forte flusso migratorio che lo ha progressivamente spopolato Le calamità naturali hanno contribuito alla desertificazione del territorio e per, un certo periodo, Pentedattilo è stato considerato un ‘borgo fantasma’. Da qualche anno, grazie all’impegno di alcune associazioni, il paese è ritornato a vivere diventando uno dei luoghi più visitati della Calabria grecanica, detta così perché anticamente colonizzata dai Greci. Un’area, all’estremo sud-est della regione, dove ancora si parla il grecanico che è un misto tra lingua greca e dialetto calabrese.
Pentedattilo, la Calabria che è stata Magna Graecia
Le case disabitate di Pentedattilo sono state trasformate in botteghe di artisti ed artigiani. Tra le viuzze del borgo puoi trovare la bottega del legno, della ceramica, del vetro ed anche il museo delle tradizioni popolari. In quelle che sono state le abitazioni del ‘borgo fantasma’ si svolgono eventi culturali di diverso genere: concerti, performance teatrali, proiezioni cinematografiche, mostre e allestimenti.
Ai suoi visitatori che, in questi ultimi anni sono cresciuti a livello esponenziale, Pentedattilo offre una bellezza paesaggistica che lascia senza fiato. Il piccolo paese esprime un fascino ancestrale, selvaggio. Espressione di una terra antica che ancora conserva la sua origine grecanica, essendo stata antica colonia magno-greca. Dopo decenni di solitudine, il borgo fantasma di Pentedattilo si è trasformato in luogo di accoglienza culturale e sostenibile. Tutto ciò è stato possibile grazie all’associazione Pro Pentedattilo, all’Agenzia dei borghi solidali, all’impegno concreto di Fondazione con il Sud, all’Unione europea che hanno ‘riportato in vita’ il paese sulla rupe a forma di cinque dita.
Il Pentedattilo film festival
Pentedattilo, da molti anni, ospita anche il film festival. La kermesse cinematografica è dedicata esclusivamente ai cortometraggi e alla scoperta di nuovi talenti. La manifestazione promuove occasioni di incontri tra giovani cineasti e affermati maestri del cinema. Il film fest offre al pubblico la visione di un cinema ‘altro’ all’estremo sud dello Stivale, nell’area grecanica di una regione come la Calabria che ancora nessuno ha valorizzato per come merita.
Al Pentedattilo film festival partecipano pellicole e artisti da tutto il mondo. Il cinema che viene proiettato nelle vecchie case del borgo è un universo, unico e straordinario, che abbatte le frontiere. Fin dal suo debutto, nel 2006, il film fest si è imposto per l’originalità dell’organizzazione e la qualità di contenuti, riuscendo a conquistarsi un posto importante nel circuito internazionale dei festival cinematografici. Pochi ma significativi i punti cardine su cui gli organizzatori fanno leva: la qualità, l’energia giovanile, l’ecosostenibilità, la condivisione.
La leggenda
La leggenda di Pentedattilo riguarda la ‘strage di Pasqua’ che vede protagoniste due nobili famiglie del XVII secolo: gli Abenavoli e gli Alberti. Il barone Bernardino Abenavoli vuole sposare Antonietta Alberti. La donna però, viene a data in sposa a don Petrillo Cortes, figlio del viceré di Napoli. Il barone Abenavoli apprende la notizia ma non riesce a contenere la sua ira. La notte di Pasqua entra nel castello e si vendica di tutti gli Alberti. Risparmia soltanto la donna amata e il suo futuro sposo.
Il barone Abenavoli costringe Antonietta a sposarlo ma il vicerè di Napoli invia una sua spedizione per liberare don Petrillo Cortes e per uccidere gli uomini di Bernardino. Il barone riusce a scappare portando con sé Antonietta. A Vienna il nobile Abenavoli entra nell’esercito mentre Antonietta viene relegata in un convento di clausura. La ‘strage di Pasqua’ è accompagnata da un’altra credenza popolare secondo cui, nelle notti piene di vento, tra le case del borgo si sentirebbero ancora le urla degli Alberti trucidati dal barone Abenavoli.
(Foto Facebook Pentedattilo/ Borghi solidali dell’area grecanica/ Pentedattilo Film Festival)