Festa della Liberazione, omaggio ai partigiani condannati a morte a cura della sezione reggina di Anpi, Associazione nazionale partigiani italiani. Al via le quattro iniziative organizzate dalla nuova sezione Anpi “Ruggero Condò” in occasione del 25 Aprile 2021. Un vero e proprio exursus tra passato, presente e futuro. Per la Festa della Liberazione si leggeranno quattordici toccanti missive, inviate da antifascisti condannati a morte, ai propri cari. L’appuntamento è sulla pagina social della sezione reggina dell’Associazione nazionale partigiani italiani, sulla quale, due volte al giorno, già da ieri e fino al 24 aprile, saranno pubblicati i relativi video.
Festa della Liberazione: omaggio agli uomini e alle donne che hanno dato la vita per la democrazia
Le quattordici lettere sono una testimonianza del grande sacrificio compiuto per gli alti valori personali e collettivi incarnati dalla Resistenza. Verranno ripercorsi i tragici momenti, nel corso dei quali donne e uomini hanno guardato in faccia la morte, senza abbassare lo sguardo. Le missive non mostrano solo alti ideali civili e grande coraggio, ma anche tanta umanità. Infatti, esse sono pregne dell’immenso dolore provato dai condannati.
Uomini e donne che si allontanavano definitivamente dalla propria vita e dai propri affetti per abbandonarsi ad un triste destino. Il massimo sacrificio da cui è sbocciato un “fiore” di giustizia, libertà e democrazia“. Per l’occasione la memoria è declinata in due modi: onore a donne e uomini grazie ai quali oggi possiamo godere di libertà e diritti. E, al contempo, un monito per non perdere questi diritti con l’assunzione di responsabilità per difenderli e quindi per preservare la democrazia.
Il partigiano Ruggero Condò
Aprile 1944: 154 fucilati, 187 deportati a Mauthausen, interi paesi drammaticamente colpiti, tanti giovani catturati e spediti nei campi di concentramento in Germania. Questo il terribile bilancio del rastrellamento operato dalla 356ma divisione di fanteria della Wehrmacht tra il 6 e l’11 aprile 1944 nella zona attorno al monte Tobbio nell’appennino ligure tra Genova ed Alessandria. Una ‘retata’ nazista passata alla storia con il nome della cascina Benedetta, la “Benedicta”, ex convento in cui un gruppo di partigiani tenta una disperata resistenza. Tra i deportati c’è Ruggero Consolino Condò, studente universitario, nato a Reggio Calabria il 12 dicembre 1924. Figlio di Ottorino e Angela Condò e residente a Parodi Ligure in provincia di Alessandria.
Partigiano nella 1^ Brigata Autonoma Giancarlo Odino dal 25 febbraio 1944 col nome di battaglia “Bik”. Viene arrestato il 7 aprile 1944 nell’ambito del rastrellamento della Benedicta, dopo aver rifiutato la leva fascista. Trasferito a Villa Rosa, ex casa di tolleranza di Novi Ligure adibita a prigione, vi rimane qualche giorno prima di essere deportato in Austria, con partenza da Novi Ligure il 12 aprile 1944. Giunge a Mauthausen il 16 aprile, numero di matricola 63723, mestiere dichiarato studente universitario classificato con la categoria Schutz ovvero “detenuto per motivi di sicurezza”. Ruggero Condò è trasferito a Gusen II, dove i deportati lavorano per costruire il sottocampo di Mauthausen aperto da poco, eseguendo scavi per un sistema di gallerie dove vengono collocati impianti per la produzione di armi e parti di aerei. Il partigiano Condò muore nel campo il 20 febbraio 1945.