Bova, capitale dell’area grecanica, nel Parco dell’Aspromonte. Un borgo che conserva secoli di tradizioni e cultura ellenofona.
Bova capitale dell’Area grecanica
Bova, antico borgo calabrese incastonato nel Parco nazionale d’Aspromonte, è un gioiello inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, che condensa nella sua storia, tradizioni, riti e cultura di epoca bizantina e medievale. È canonicamente riconosciuta come la capitale della Bovesìa. Qui, infatti è fortemente radicata la cultura ellenofona che rende i suoni e il luogo stesso, l’epicentro dell’area grecanica. Tutto rimanda al patrimonio grecofono: la toponomastica gli odori, i sapori e i saperi.
Unitamente alla grande ricchezza di tradizioni etno-antropologiche presenti ancora oggi. Questo territorio ha origini antichissime. Il popolo greco ha sempre trovato un porto sicuro. A partire dalle colonie magno-greche che si sono stabilite e hanno fondato le proprie città, ma soprattutto in periodo bizantino con la presenza dei monaci e di diverse comunità, le tradizioni ellenofone si sono maggiormente radicate. E hanno resistito alle dominazioni, alle invasioni e alle mutazioni avutesi in periodi successivi e che, ancora oggi, sono vive in molte manifestazioni.
Un paese ricco di storia e cultura
Bova è circondata da fiumare, calanchi e paesaggi montuosi e aspri. Un luogo protetto e accessibile allo stesso tempo che ha conservato il suo fascino e le sue bellezze proteggendole dalla consunzione del tempo. La conformazione del borgo è quella tipica dei paesi abbarbicati sui crinali. Con vicoli e strettoie che seguono andamento del terreno. Le case sono in pietra e mattoni. I palazzi tardo barocchi e settecenteschi, spiccano nell’abitato, con i loro portali importanti, le cornici aggettanti, le paraste che scandiscono ritmicamente le facciate.
Un luogo che conserva, quindi, un ricco patrimonio architettonico e culturale, che grazie anche a interventi di restauro mirati risulta essere ben curato. A dominare la cittadina il castello normanno e, incastonate nelle sua vie le tante chiese che rimandano a diverse culti e antichi rituali. Su tutte la chiesa di San Leo, patrono di Bova, che viene festeggiato ogni anno il 4 e il 5 maggio.
A Bova persistono le antiche tradizioni
Oltre alle celebrazioni per il santo patrono è da ricordare il rito delle Persefoni o Pupazze. È un antico rituale che viene eseguito durante la Domenica delle Palme. Si realizzano delle figure antropomorfe montate con intrecci di foglie di ulivo. Che sono arricchite, inoltre con nastri colorati, fiori, frutta e Musupule, cioè piccole forme di formaggio anche essi di forma antropomorfa.
Le Pupazze che mescolano la tradizione delle Palme di provenienza cristiana con i rituali pagani del culto dei morti, vengono portate in processione per la vie del paese fino alla chiesa di san Leo per la celebrazione della messa. A conclusione del rito, ogni abitante di Bova prende un pezzo della Pupazza e conserva il rametto benedetto fino all’anno successivo.
Anche la gastronomia ha un gusto antico
Anche la gastronomia richiama antichi sapori. I cibi tradizionali, infatti, sono legati alle consuetudini contadine con alimenti derivati dal latte degli animali allevati, così come i diversi salumi realizzati con i suini allevati in loco. Prelibatezze sono i primi piatti: i tradizionali maccarruni cu sucu da crapa, i tagghiarini con i ceci e, a finire i dolci. Antichissima la lestopitta, una frittella fatta con un impasto di acqua e farina, o le ‘nghute tipiche pasquali.
(Foto Scaramuzzino)