Il condizionale è d’obbligo quando si parla del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Una diatriba infinita tra favorevoli e contrari che tiene bando da tempo immemorabile. E’ di pochi giorni fa l’ennesima proposta sulla fattibilità dell’infrastruttura da parte del premier Giuseppe Conte.
Il ponte sullo Stretto è storia antica
Il ponte sullo Stretto è un’opera che è entrata nell’immaginario degli italiani. Quasi un episodio cult della serie di fantascienza preferita. Un leitmotiv, un mantra: si fa, non si fa, si può fare, non si può fare! Certo è, che l’idea di creare un collegamento tra le sponde della Calabria e della Sicilia affonda le sue radici in tempi molto lontani. Pare che già i romani avessero pensato di poter realizzare un collegamento stabile tra le terre emerse dello Stretto.
Un ponte di barche, botti e assi di legno, che potesse permettere di attraversare agevolmente i perigliosi mari di Scilla e Cariddi. Plinio il Vecchio narra, infatti, di un tentativo voluto da Lucio Cecilio Metello per trasportare armi ed elefanti saccheggiati durante la Prima guerra punica. Dopo secoli anche Ferdinando II di Borbone Re delle Due Sicilie, nel 1840, pensò a un’opera ingegneristica atta allo scopo. Ma non fu realizzata per gli eccessivi costi.
Tanti progetti per congiungere le due sponde
Ancora, dopo l’Unità d’Italia il Ponte diventa il ‘Santo Graal’ dell’ingegneria, nel 1866 il ministro dei Lavori Pubblici Jacini incarica di studiare la fattibilità del ponte. Nel 1870, l’ingegnere Carlo Alberto Navone disegna un ponte ispirandosi a un progetto di Napoleone, che aveva pensato a un tunnel come quello della Manica. Fino alla Seconda guerra mondiale, saranno innumerevoli i tentativi, gli studi di fattibilità e le intuizioni propense alla realizzazione di una struttura di attraversamento.
Neanche il terremoto del 1908, che devasta le due sponde, ferma questa idea. Bisogna ricordare, infatti, l’elevato grado di sismicità dello Stretto, con la presenza di una profondissima faglia. Tuttavia i progetti vennero rilanciati già dal 1952. Si interpellarono i progettisti di prestigiosi ponti sospesi americani. Tra questi l’ingegnere statunitense David B. Steinman, che aveva pensato un ponte a campata libera, che avrebbe superato per l’ampiezza della luce il Golden Gate Bridge di San Francisco. Molti gli studi effettuati anche da esperti italiani.
Nuove proposte e nuove idee
Tra questi da sottolineare quello del Politecnico di Milano del 1955 ma, anche il concorso internazionale bandito dall’ANAS e dalle Ferrovie delle Stato nel 1968. È un susseguirsi di idee, proposte e intenzioni che arrivano ai giorni nostri. Del ponte sullo Stretto, però ancora nessuna traccia. Nel 2010 era stato presentato al mondo, un progetto esecutivo, si erano iniziati i lavori per la messa in opera del cantiere ma, ancora oggi l’opera è un nulla di fatto.
Pochi giorni fa l’ennesima proposta. Messa in campo come una certezza, da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: il ponte si può fare, stiamo valutando le possibilità. Di nuovo, i fronti dei possibilisti e degli oppositori si sono fatti avanti. E di nuovo tornano proposte e progetti avveniristici come il tunnel dello Stretto. C’è chi afferma che possa essere un mezzo per rilanciare l’ingegneria italiana nel mondo, altri un inutile spesa di soldi pubblici. Per altri ancora la priorità è costituita dalle infrastrutture da risistemare e realizzare prima del ponte. Noi speriamo che qualunque sia l’esito dell’intervento, non diventi l’ennesima bolla di sapone.